Figuracce letterarie.

Per tre settimane nel corso della mia vita ho creduto di possedere il record planetario nel campo delle figuracce letterarie.
E’ una storia di molto tempo fa… Ancora ero uno scrittoruncolo giovane, inesperto e avventato. Avevo così fretta di spedire in lungo e in largo per l’Italia i miei manoscritti (perlopiù testi-melanzana) che nemmeno li rileggevo. Funzionava così: scrivevo, stampavo, raccattavo i fogli e infilavo tutto in una busta che poi avrei inviato per posta nel giro di dieci minuti. Ogni secondo perso era un secondo in più che mi divideva dall’essere riconosciuto pubblicamente come il nuovo John Fante.
Agli editori arrivavano raffiche di narrativa di infima qualità, e già questa era di per sé una figuraccia. Ma un giorno mi superai: nella frenesia non mi ero accorto di aver infilato nella busta il mucchio di fogli sbagliato. Me ne resi conto al ritorno dall’ufficio postale: il racconto era ancora lì vicino al computer, in compenso mancavano altre cosette. Ebbi la conferma del disastro quando mia madre mi domandò: “Ehi, hai per caso visto la bolletta del gas? Mi pareva di averla lasciata lì vicino al computer…”. Ricordo che mancavano all’appello pure alcune bozze di testi che mi ero ripromesso di sviluppare in un futuro prossimo.
“Gesù santo!” pensai.

Come si è risolta la cosa? Be’, incredibile ma vero, ventuno giorni dopo mi arrivò un contratto di edizione. Il mio primo contratto di edizione. A pagamento. 2175 euro per vedere pubblicata la mia genialissima “raccolta di racconti” (chissà se la bolletta sarebbe stata inserita nella pubblicazione...). Inutile dire che l’editore manco aveva lontanamente pensato di leggere ciò che gli avevo mandato.
Salvato dalla negligenza dell’editore… in qualche modo la figuraccia era stata ridimensionata.

Ora, però, c’è chi mi ha battuto alla stragrande.
Un amico, nonché collaboratore di Lettere Matte (che per riservatezza chiameremo Scrittoruncolo X), mi spunta fuori con un romanzo. Lo leggo e lo trovo molto valido. Così gli dico: “Oh, ‘sta roba vedi di non farla marcire nel cassetto… guarda che è davvero forte”.
“Dici?” mi fa Scrittoruncolo X nascondendosi dietro ad un abbozzo di sorriso.
“Certo che dico. Fossi in te lo manderei pure all’editore XXXXX. Sai, mi pare che il tuo testo sia piuttosto in sintonia con la loro linea editoriale”.
“Io avevo pensato all’editore YYYYY…”.
“Sì, forse anche l’editore YYYYY può andar bene… Be’, mandalo a tutti e due” rispondo.
“Ma che tu sappia l’editore YYYYY accetta manoscritti anche per e-mail?”.
“Sì, io gliel’ho mandato via mail e il giorno dopo mi hanno confermato la ricezione del materiale”.
“Ok, invierò loro il romanzo accompagnato da sinossi e da una lettera di presentazione che li lascerà a bocca aperta. Contaci”

Passa una settimana.

“Oh, ciao Scrittoruncolo X! Che si dice?”.
“Dice male,” mi fa lui “l’editore YYYYY non mi ha ancora dato risposta in merito alla corretta ricezione del materiale”.
“Va bo’,” gli rispondo “magari non lo fanno con tutti… non c’è da preoccuparsi”.
“E invece sì che c’è da preoccuparsi. Sicuramente non si sono fatti vivi per via della lettera di presentazione che gli ho mandato”.
“Cioè?”.
“Cioè… ho dato un'occhiata alle mail inviate. Mannaggia, me ne sono accorto tardi… Sai che ho scritto? La cosa suonava più o meno così:
Gentile Editore YYYYY,
In allegato troverete il mio romanzo. L’ho scritto pensando unicamente a voi. Infatti trovo che il mio scritto sia davvero in sintonia con la linea editoriale dell’editore XXXXX...”.

Be’, Scrittorucolo X… devo ammettere che li hai lasciati a bocca aperta di sicuro con la tua lettera di presentazione. Sono altresì obbligato a cedere il passo: mi hai surclassato alla grande. La palma d’oro per le figuracce letterarie spetta a te di diritto, io mi accontenterò della seconda piazza. Pazienza.

Oh, ma ‘ste cose capitano solo a noi di Lettere Matte? Be’, se c’è qualcuno che si sente di ambire al podio delle figuracce letterarie si faccia sotto inserendo un commento al post.

Commenti

  1. Ahahah!!!
    Ragazzi siete imbattibili, ma una figuraccia letteraria l'ho fatta anch'io.
    Ho mandato da ragazzina un manoscritto a un editore... l'ho riletto ora, ovvero 7 anni dopo l'invio... sapete come cominciava il mio romanzo?
    "Se l'avrei fatto apposta non ci sarei riuscita... neanche con mille tentativi".

    Ciao da Maghetta84

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  2. Di Bukowski ce n'è soltanto uno. Subito dopo aver rivisto per l'ultima volta il mio primo romanzo lo inviai alla ISBN, una gran bella casa editrice che stimo. Prima d'inviare il romanzo scrissi ovviamente una presentazione dell'opera, richiesta obbligatoriamente. Ricordo che quella notte ero ubriaco e mi sentivo fiero e sicuro. Il giorno dopo, quando rilessi la presentazione, mi accorsi di aver scritto una sfilza di errori grossolani, conditi da uno stile che non mi apparteneva: ridondante e forse anche spocchioso. In preda ai postumi mi vergognai. Ovviamente non ho più ritentato con la ISBN e soprattutto non ho mai più scritto nemmeno una riga con le cervella ottenebrate dall'alcol. Non sono mica Bukowski!

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