Descrivere: ecco qualche dritta.

Scrivere non è solo far scorrere la penna sul foglio, è molto più di questo: quando l’autore scrive crea un mondo, un suo mondo. D’accordo, non si può toccare, ma di sicuro c’è. In un certo senso possiamo paragonare lo scrittore ad un architetto o a un ingegnere: eccolo lì che tira su un pub dal nulla, un palazzo, una libreria… il tutto in poco tempo. Però si sa, non tutti gli architetti sono uguali: c’è quello bravo, quello meno bravo e c’è pure la schiappa assoluta. Se non volete figurare come schiappe assolute ricordatevi questo: uno scritto, anche se inventato, funziona solo nella misura in cui l’autore riesce a renderlo verosimile, possibile… in una parola: ‘reale’.
Come si fa a rendere ‘reale’ un posto costruito dall’immaginazione? Risposta: l’unico modo per riuscire nell’intento è prendere spunto dal mondo vero… l’unico reale al 100%. Occorre domandarsi in che modo si percepisce la realtà e riportare gli elementi della risposta nel testo. Può sembrare uno di quei quesiti filosofici a cui è impossibile trovare una soluzione, ma non è così: la realtà si percepisce attraverso i cinque sensi. Il lettore deve VEDERE l’abito da sera della protagonista, deve TOCCARE la sua pelle, deve UDIRE il rumore che fanno le sue scarpe col tacco ad ogni passo, deve SENTIRE L’ODORE del costoso profumo che ha scelto per la serata, deve SENTIRE IL SAPORE del vino che le viene offerto.
Tenete a mente che la vista è il senso più ‘immediato’, ma ci sono anche gli altri quattro (udito, olfatto, gusto, tatto): non snobbateli.

La descrizione è uno dei mezzi che ha a disposizione lo scrittore per ‘rapire’ l’attenzione del lettore. Una volta entrato nel vostro mondo di parole, se la storia è buona e la descrizione è precisa e ben fatta, chi legge si dimenticherà della realtà, verrà risucchiato magicamente dentro al vostro testo. Per contro, un modo facile facile per ricordare al lettore che si trova su una poltrona a leggere un libro, che c’è da pagare la bolletta del telefono e che il lavandino perde, è quello di descrivere in modo grossolano e approssimativo.
Non fate a ‘tirar via’, siate precisi! E ricordate che la forza della descrizione non sta nella quantità, ma nella qualità e nel dettaglio.

Descrivere in modo efficace è una delle cose più difficili per uno scrittore alle prime armi: è come camminare in un campo minato, ogni passo è a rischio… d’altra parte una buona descrizione è indispensabile al fine di ottenere un testo decente.
L’errore più frequente sta nella quantità di descrizione. Dovete mostrare al lettore solo l’essenziale, ma senza avarizia di dettagli. Intendiamoci, non occorre descrivere per intero il paese in cui vive il protagonista, basta mostrare al lettore i luoghi (o gli oggetti) più importanti. Il segreto è descrivere poche cose, ma in modo accurato.
Se descrivete poco il lettore soffrirà la mancanza di punti di riferimento, se invece descrivete troppo il lettore si sentirà impossibilitato a fantasticare e mancherà lui la libertà di creare dettagli su misura per egli stesso… Un testo di narrativa è come una tela: in passato il quadro veniva dipinto quasi per intero dal solo scrittore, oggi si preferisce coinvolgere anche il lettore: lo scrittore sceglie il soggetto, dipinge le cose più importanti e poi da il pennello in mano al lettore… L’autore da l’imput, il lettore finisce il dipinto.

Un’altra cosa da tener presente è che ogni volta che descriviamo tiriamo il freno, la storia si ferma. Come abbiamo detto parlando di trama, è il conflitto che fa procedere il testo, è la tensione che tiene incollato il lettore alle pagine… Nelle descrizioni non c’è alcun tipo di conflitto, per cui fate attenzione!
La descrizione è importante e non può essere tralasciata, ma anche il non annoiare il lettore (per via dell’assenza di conflitto) è fondamentale. Quello che dobbiamo fare è cercare di non stoppare totalmente il procedere del testo con la descrizione, dobbiamo evitare di descrivere per pagine e pagine. Ci sono due modi per farlo:
a) Possiamo usare la cosiddetta ‘descrizione in movimento’. Abbiamo ‘descrizione in movimento’ quando descriviamo qualcosa in modo veloce, magari all’interno di un’azione o di un dialogo.

Esempio 1: ‘solo un soffio leggero uscì dalle LABBRA SOTTILI di Giulia’.

Esempio 2: “Non so proprio cosa farmene di lei” disse Raul mentre si metteva in ordine quella RIDICOLA CRAVATTA VERDE PISELLO.

Esempio 3: “Non ho alcuna speranza con lei,” disse Thomas “scommetto che Maria ci rimarrà davvero male quando vedrà il mio naso, quando vedrà questa STORTA, GROSSA E LUNGA PROBOSCIDE”.

b) Dividere in più parti la ‘descrizione ferma’: se la frenata è minima (e se siamo fortunati) il lettore non percepirà il rallentamento. Per capirci, se devo descrivere tutto ciò che c’è in una stanza (attenzione a non descrivere troppo!) farò in modo di inserire un’azione, una digressione o una riflessione tra la descrizione del divano e quella del tavolo.

Un ulteriore errore che commettono di frequente gli autori poco esperti è quello di descrivere con il solo scopo di dare informazioni conoscitive al lettore, di conseguenza vengono stilate orripilanti descrizioni molto simili a liste della spesa.

Esempio: nella stanza di John c’era un computer, una televisione, un comò, un grande letto con una coperta a fiori, un armadio, una poltrona ed una piccola scrivania.

Terribile e banale, no?

Non dovete descrivere solo per descrivere, anzi dovete fare in modo di camuffare la descrizione e dare l’idea che non stiate affatto descrivendo. Ad esempio potreste fare in modo che la descrizione sia un giudizio, un punto di vista di un personaggio…

Esempio: Entrai nella stanza. Non c’avevo mai messo piede prima di quel giorno, ma non feci fatica a capire che era la camera di John. Chi altri avrebbe un cattivo gusto così spiccato da mettere sul letto quella ridicola coperta rosa a motivi floreali?! Chi altri poteva essere tanto pignolo da allineare su quella vecchia libreria traballante tutti quei grossi libri di narrativa per ordine alfabetico?! Anche la pulizia era sugli standard tipici di John: non un granello di polvere sulla scrivania, non un granello di polvere sul monitor del computer, non un granello neppure sul pavimento.
Sia come sia, non avevo alcuna fretta: decisi di aspettarlo seduto sulla poltrona in finta pelle che qualcuno, presumibilmente lo stesso John, aveva sistemato tra l’armadio ed il minuscolo televisore di marca cinese.

Capito come funziona?

Commenti

  1. " Klaus la guidò in un salotto ampio con due grandi divani, le pareti erano ricoperte da due grandi librerie piene di libri, cd e film, c'era un angolo cottura a vista, separato dal salotto da un muretto che fungeva anche da tavolo ed era completamente di colore arancio. Gli sportelli dei pensili, il frigorifero e gli sgabelli erano tutti di colore arancio, molto carino, e ravvivava il salotto che, tra i divani marrone e il legno a terra e alle pareti, poteva sembrare pesante. Tutto l'insieme era giovanile ed informale e la sorprese piacevolmente. Non si aspettava tanto colore da un tipo come lui!" Come ti sembra una descrizione di questo tipo? Troppo lista della spesa?

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