LA DISTRIBUZIONE DEL LIBRO.


Cominciamo col dire che la distribuzione può essere fondamentalmente di due tipi: diretta o indiretta.
La distribuzione è diretta quando è seguita direttamente dall’editore o dai suoi collaboratori. Ne sono esempi Mondatori, RCS e non pochi dei nostri amichetti, i piccoli editori.
Si parla invece di distribuzione indiretta quando tra l’editore e il libraio si frappone una terza figura che non produce libri, ma si limita a distribuirli (Messaggerie, PDE, Codex, ecc…).

Un’altra distinzione si fa tra distribuzione nazionale (il distributore dispone di una rete di vendita che copre tutta l’Italia) e distribuzione locale (il raggio d’azione è limitato a una regione o poco più).
C’è da dire che spesso il distributore nazionale in realtà è la somma di piccole realtà locali. Ad esempio L’Editoriale copre tre regioni (Emilia-Romagna, Marche e Abruzzo), ma assieme ad altri distributori fa parte della distribuzione nazionale del CDA.

Quanto guadagna il distributore? In un post precedente abbiamo detto che al distributore spetta circa il 55% del prezzo di copertina, ma che a conti fatti il guadagno non va oltre il 25% perché viene applicato al libraio uno sconto pari ad almeno il 30% (55-30=25%)... in alcuni casi gli sconti possono essere maggiori: se si tratta di una importante catena di librerie (es. Feltrinelli, Librerie.Coop, ecc…) si può toccare il 40%, anche più quando entra in gioco la grande distribuzione (ipermercati).
Ora, molti di voi si domanderanno: “Ma ti pare giusto che il distributore guadagni come l’editore?!”. Be’, non è giusto se il distributore è una specie mummia che aspetta la chiamata della libreria, ordina il libro all’editore e, a babbo morto, provvede alla consegna dello stesso (purtroppo queste realtà sono molto diffuse). Diverso è se il distributore fa bene il suo mestiere, quando cioè ha un magazzino pieno di scorte e di omini che lavorano (all’Editoriale sono circa 20) e, soprattutto, quando dispone di promotori editoriali.
Cosa fa un promotore? Gira per le librerie della sua zona di competenza e, attraverso le cosiddette “schede libro”, illustra e propone le nuove uscite al libraio… una sorta di rappresentante specializzato in libri.
Cosa vuol dire tutto questo? Vuol dire che è inutile vantare una collaborazione con un distributore nazionale se questo non fa promozione o non si appoggia a dei promotori editoriali competenti. Tutti, editori compresi, possono spedire il libro su richiesta. Ecco spiegato perché molti piccoli editori provvedono a distribuire i libri in proprio.
Ma non è più conveniente per il piccolo editore collaborare con un buon distributore? In realtà una collaborazione del genere è difficilmente attuabile per diversi motivi: in primo luogo il grande distributore ha bisogno di diversi titoli l’anno (sotto 10 titoli pubblicati ogni anno l’editore praticamente non esiste), inoltre, avendo anche una rete di promozione, è probabile che il libro venga ordinato dalle librerie… e questo, per paradosso, è un problema: le tirature si alzerebbero (così come i costi di stampa) e i libri potrebbero essere resi. Per intenderci, se il mercato ti chiede 8.000 copie di un dato romanzo e poi 6500 ti tornano sul groppone come resa… fai boom. Sembra strano, ma il sogno di diventare grandi ha seccato molti piccoli editori. E’ d’obbligo tenere i piedi per terra!

Ah, mi dimenticavo del grossista. Be’, ecco, il grossista è una sorta di libraio dei librai. Ha un mega magazzino con tantissimi libri che aspettano di essere venduti ai gestori delle librerie. Un libraio può affidare le proprie commesse al grossista per avere una consegna più veloce o, ahimé, perché il distributore deve ancora avere dei soldini… Il problema è che lo sconto rilasciato dal grossista è di norma inferiore a quello che effettua il distributore. Avete presente FastBook? Ok, quello è un grossista.

Commenti

  1. Ciao Lettere Matte, quand'è che ci regali un post su come comportarci con i distributori, quali scegliere e quali pratiche commerciali avviare? Io vorrei aprire un negozio specializzato in servizi per l'archeologia, che non trascurasse l'aspetto del libro cartaceo. Un negozio online naturalmente, visti i tempi che corrono, ma se contatto un distributore nazionale, mi chiede sempre che fatturato intendo avere con i libri, perché in buona sostanza il discorso è che a loro le pulci fanno perdere soldi e tempo. Devo riunciare e affidarmi ad un programma di affiliazione o vendita ebook? Oppure esiste la possibilità di costruirsi un piccolo magazzino di libri altamente selezionati senza mettersi nella condizione di restituire il prodotto.
    Voi siete una libreria fisica ed è diverso, ma in genere come vi comportate in questi casi?

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  2. Ci sono anche "distributori" che oltre a distribuire un bel niente, non solo non si sono mai degnati di fornire un rendiconto ma, non hanno mai pagato un libro all'editore e, quelli restituiti a fine rapporto erano in condizioni indecenti, buoni da buttare. Cito ad esempio CODEX di Dario Sanna (se esiste ancora) il suo sito www.distribuzionelibraria.it non esiste più. Questi pseudo distributori sono un danno per le piccolisime case editrice che, oltre a perderci il costo del volume, ci perdono in fatture emesse e mai riscosse e, nelle spedizioni di libri effettuate.

    EdiQ invece, sempre lombardo come Codex, era molto preciso nei rendiconti, un pò lentissimo nei pagamenti. Alla fine la ditta è stata messa in liquidità e, tante belle fatture non saranno più pagate.

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  3. Il piccolo editore, nella maggior parte dei casi, fa bene ad occuparsi direttamente della distribuzione. Ciò per motivi di natura quantitativa e qualitativa. Infatti, come giustamente osservato nel post, seguire gli input dei grandi distributori che nella maggior parte dei casi impongono soglie di tirature e titoli, portano l'editore ad implosione quasi certa, proprio a seguito di una "crescita" quantitativa improvvisa e non ancora fisiologica. Una crescita fisiologica e sostenibile passa attraverso una realistica percezione della forza del legame (commerciale e umano) tra tre soggetti fondamentali: editore - libreria - lettore. Il distributore, OGGI, visto il succedersi dei fallimenti nel settore, nonché la completa mancanza di mentalità orientata alla bibliodiversità, ha senso quale supporto/ausilio alle strategie di diffusione dei libri di un (piccolo) editore. Distributore che non deve rappresentare (come spesso accade) un magazziniere/spedizioniere che, nella stragrande maggioranza dei casi, semplicemente risponde (oltretutto, non sempre) ad ordini generati da altri canali. Il distributore deve garantire all'editore di potersi porre nei confronti delle librerie quale soggetto facente parte di un gruppo dotato di numerosità tale da risultare interessante sia commercialmente che per valore assoluto, assumendosi l'onere di gestire tutte quelle fasi (contrattazione termini e scontistica, fatturazione, rendicontazione, pagamenti, resi, re immissione in mercati alternativi), supportando l'editore nella promozione, ma lasciando a lui (che meglio di nessun altro conosce i propri titoli) la centralità nella promozione capillare.
    Da un lato, quindi, il distributore deve promuovere il marchio editoriale distribuito, e il suo valore, stringendo accordi con le librerie, dall'altro l'editore informa (con il supporto del distributore) le librerie delle proprie novità.
    Ma viste le caratteristiche attuali del mercato, la globalizzazione e internet, non ha più senso vedere il distributore partecipare in forma di percentuale alla spartizione del prezzo di copertina, bensì come prestatore di servizi (possibilmente innovativi ed avanza) a costo fisso. Ciò permette all'editore di guardare in prospettiva e meglio tarare le proprie strategie, alla luce di un costo non più variabile, aleatorio e fuori controllo.
    Da tutto ciò è nata la distribuzione libraria directBOOK.

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