Due parole con... Parole Sparse Edizioni.

Come promesso nei giorni scorsi, ecco a voi l'intervista con Matteo Pugliares (direttore editoriale di Parole Sparse Edizioni).
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Kito: Ti va di raccontare agli scrittoruncoli di Lettere Matte un po’ della storia di Parole Sparse Edizioni? Com’è nata? Se non sbaglio prima era un’associazione culturale…

Matteo: Il “Gruppo Culturale Parole Sparse” nasce a Palermo nel lontano 1999, con un “giornalino” fatto in casa e una fotocopiatrice mezza scassata! Il Gruppo organizza fin da subito molteplici attività, oltre al giornalino nasceranno nel corso degli anni premi letterari, presentazioni di libri, pubblicazioni. Poi il mio trasferimento a Mazzarino (CL) e successivamente a Modica (RG) diminuisce il numero di coloro che mi aiutavano in questa avventura: non era facile a distanza, dato che la maggior parte dei soci era di Palermo. Poi a Modica, il caro amico Giuseppe Spadaro, oggi titolare di Parole Sparse Edizioni, mi invita a non disperdere il patrimonio culturale dell’associazione e tentare l’avventura editoriale. Così, siamo nel 2008, nasce Parole Sparse Edizioni.

K: In un panorama culturale come quello italiano, è difficile il mestiere del piccolo editore?

M: Certamente non è facile! L’editoria italiana, lo sanno tutti, è malata. Tre/quattro gruppi editoriali la fanno da padroni e lo spazio per le piccole realtà è davvero poco. E questo spazio non aumenterà se gli italiani si ostinano a leggere poco!

K: Quant’è importante per un piccolo editore avere un buon canale distributivo, magari nazionale?

M: La distribuzione è il vero scoglio per i piccoli editori e non certo per colpa dei distributori. I distributori propongono i nostri libri e quelli di altre realtà editoriali piccole, ma il libraio sa che a vendere saranno i libri Mondadori, Feltrinelli ecc. E un libraio deve anche “camparci” famiglia col suo lavoro. Per questo non sarà facile trovare in vetrina i nostri libri, ma troverete sempre le barzellette di Totti (senza nulla togliere perché a me sono anche piaciute). La nota positiva di una distribuzione nazionale è che qualsiasi libraio di buona volontà in qualsiasi parte d’Italia, se gli chiedono un nostro libro, gli basta alzare la cornetta o mandare una e-mail ai nostri distributori e il libro arriva.

K: Voi a chi vi affidate per la distribuzione?

M: Abbiamo due distributori nazionali: ediQ distribuzione – CSA Promodis.

K: Trovi che internet sia di aiuto alle piccole realtà editoriali come Parole Sparse?

M: Senza dubbio ha ampliato le possibilità per farsi conoscere.

K: Parole Sparse Edizioni pubblica emergenti?

M: Sarà difficile che Camilleri ci manderà un suo manoscritto. È più facile che ce lo mandino autori sconosciuti o emergenti.

K: Come deve fare un autore per inviarvi un suo testo? Quali sono, mediamente, i tempi di risposta?

M: Al momento occorre inviare l’opera completa, insieme ad una presentazione della stessa, dati e recapiti all’apposita email manoscritti@parolesparse.it . I tempi di risposta per la narrativa sono al massimo di 3 mesi. Per la Saggistica di massimo 1 mese. Per la poesia, a volte, anche in 1 settimana. La cosa curiosa è che nonostante sul nostro sito ci sia scritto in modo chiaro che non accettiamo opere cartacee, continuano a mandarcele. Ma sulla modalità di invio potrebbero esserci presto novità.

K: Qual è la vostra linea editoriale? Cosa pubblicate e cosa no?

M: Al momento non abbiamo preclusioni di sorta per alcun genere.

K: E’ vero che un emergente che riesce a vendere 300 copie del suo libro si può considerare fortunato (oltre che in gamba)? Le cose stanno così… o quel che si dice in giro non rispecchia la realtà?

M: Direi proprio che è così. Per uno sconosciuto 300 copie non sono poche.

K: Credo di non sbagliare se dico che non proponete un contratto di edizione a chiunque vi abbia inviato un manoscritto… Su 10 testi che arrivano in redazione, in media, quanti passano la selezione?

M: Assolutamente no! Le nostre opere passano dal comitato di lettura per essere valutate da 3 componenti. Se almeno due su tre valutazioni sono positive, allora l’opera arriva nella mia “scrivania” e la leggo io personalmente per la decisione finale. Non so fare una media precisa su quanti passano la selezione. Per la saggistica, ad esempio, abbiamo trovato solo un paio d’opere sufficienti, in mezzo ad una mediocrità impressionante. E dire che noi cerchiamo saggistica divulgativa…

K: Fate editing sui testi che decidete di pubblicare?

M: Quando occorre non se ne può fare a meno.

K: So che a volte richiedete un modesto aiuto economico all’autore. Ho detto bene? A volte…o sempre?

M: Dipende dalle opere. Diciamo che siamo una casa editrice “mista”, nel senso che ad alcuni chiediamo un contributo (in genere l’acquisto di 60/80 copie del libro), per altri non chiediamo nulla. In questi casi entrano in gioco fattori di commerciabilità dell’opera o la certezza che anche l’autore si darà da fare. Ad oggi, su 5 libri pubblicati, sono 2 quelli con richiesta di contributo (l’ultimo uscirà proprio a novembre 2009)

K: Qui ti voglio, caro Matteo. Oltre ad essere il direttore editoriale di Parole Sparse Edizioni, sei anche uno scrittore… Pubblicheresti mai con contributo?

M: Non ho mai avuto nulla di preconcetto contro il contributo, poiché dipende da molte cose e sarebbe troppo lungo da spiegare la mia posizione. Per quanto riguarda me, collaboro con tante case editrici ed ho solo l’imbarazzo della scelta con chi pubblicare.

K: Avete già diverse pubblicazioni all’attivo, ma noi di Lettere Matte siamo più narratori che poeti. Parliamo quindi di Prognosi Riservata, romanzo breve (o, se vogliamo, racconto lungo) dell’autrice Lorena Gurrieri. Cosa hai trovato di bello nel testo? Cosa ha spinto te e Parole Sparse Edizioni a pubblicarlo?

M: Lorena è brava davvero. “Prognosi riservata” è l’opera vincitrice di un nostro premio letterario. È un libro che condensa nelle sue pagine alcune delle esperienze più forti che un uomo possa vivere: distacco, emotività, ricordo, sofferenza e dolore. Come dice bene Sebastiano Adernò nella prefazione del libro, “l’autrice fa leva sulle parole per scardinare il silenzio in cui ci chiudiamo nella sofferenza”.

K: Cosa deve avere un romanzo per impressionarti positivamente?

M: Deve riuscire a coinvolgermi. Quando sento la voglia di sapere come va a finire, quello è un buon romanzo, qualsiasi genere sia. Poi è chiaro che anch’io ho i miei generi preferiti.

K: Uno scrittore emergente sogna la pubblicazione… Cosa sogna un piccolo editore?

M: Di riuscire a ritagliarsi uno spazio che gli permetta di vivere e non di sopravvivere.

K: Incontri il genio della lampada… due desideri te li lascio, ma il terzo lo devi dedicare a Parole Sparse Edizioni: quale grande romanzo, tra tutti quelli esistenti, vorresti veder pubblicato dalla casa editrice per la quale lavori?

M: L’Isola di Arturo di Elsa Morante. È stato il primo romanzo che ho letto. E subito dopo ho detto: “Cavolo! Ma allora vale la pena leggere”. Da quel momento non ho più smesso di leggere. Gli altri due desideri deciderò con calma.

K: Cosa bolle nel pentolone della Parole Sparse Edizioni per il futuro prossimo?

M: Stiamo studiando un metodo per riuscire a non chiedere il contributo a nessuno.

K: Ci autorizzi a pubblicare questa intervista sul blog “Lettere Matte”?

M: Certamente! Anzi ci fate pure un po’ di pubblicità.

K: L’intervista è finita. Grazie per averci dedicato un po’ del tuo tempo. Ciao ciao.

M: Grazie a voi e a tutti gli amici del blog. Ciao a tutti.

Ciao ciao,
Marco Toccacieli alias Kito.

Commenti

  1. Wow!!! Adesso vi siete messi a intervistare anche gli editori, fantastico!!!
    Appena smettono di chiedere contributo gli mando i miei manoscritti.
    Un bacione da Maghetta84

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  2. Be', Maghetta, anche se a volte chiedono contributo ti assicuro che sono seri ;).
    Certo, se poi non chiedessero neppure contributi...

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