DUE PAROLE CON... AGENZIA LETTERARIA MAESTRI & MARGHERITE

Ok, ragazzi... Kito ha messo a segno un altro colpaccio: dopo Homo Scrivens, Studio83, Parole Sparse Edizioni e Il Club Degli Audiolettori, è riuscito a crivellare di domande anche Alice Scolamacchia e Lara Facondi dell'AGENZIA LETTERARIA MAESTRI & MARGHERITE. Ecco come è andata:
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K: Cominciamo dal principio: come, quando e perché è nata l’agenzia letteraria Maestri & Margherite?

MeM: Il nostro progetto ha preso forma dal desiderio comune di avere una nostra Agenzia Letteraria, strutturata e gestita secondo le nostre esigenze, aspirazioni e la comune idea di come intendiamo seguire il lavoro di scrittori esordienti e, di conseguenza, proporlo agli editori. Veniamo entrambe da un percorso comune e ci siamo incontrate proprio lavorando nell’Agenzia che ci ha permesso di cominciare a muovere i primi passi in questo mondo.

K: Quali sono i servizi letterari che proponete agli autori?

MeM: I nostri servizi sono rivolti prevalentemente agli autori esordienti per i quali svolgiamo innanzitutto un servizio di rappresentanza che consiste nell’intermediazione con le case editrici, ovvero: leggiamo un testo, decidiamo che ci piace, è interessante e può avere mercato. A questo punto stabiliamo di impegnarci per vederlo pubblicato. Poi, su richiesta, offriamo un servizio di valutazione, editing e correzione di bozze.

K: Sappiamo già cosa sono l’editing e la correzione di bozze (vedi questo post), ma vorremmo saperne di più sulla famosa scheda di valutazione del manoscritto: che roba è? Cosa c’è scritto in questa scheda?

MeM: La scheda di valutazione è l’analisi approfondita di un testo che va a indagare i diversi aspetti di un’opera letteraria e quindi la trama, la struttura narrativa, i personaggi, l’ambientazione, il linguaggio, lo stile e le potenzialità sul mercato editoriale. Nella scheda si mettono in luce pregi e difetti dello scritto e si danno consigli e indicazioni pratiche per migliorarlo.

K: Non tutti gli editing sono uguali: c’è quello leggero e c’è pure quello invasivo… voi che tipo di modifiche apportate ai testi? Come vi regolate nella revisione?

MeM: Ogni manoscritto ha una storia a sé e non è possibile seguire per tutti lo stesso metodo di lavoro. Per noi è essenziale avere un contatto continuo con l’autore che ci propone il suo testo, capire cosa desidera, confrontarci con lui, scambiarci impressioni ed idee - a volte anche in maniera accesa - rispetto al suo scritto. Tendiamo generalmente a non stravolgere una storia, deve rimanere così com’è. Generalmente interveniamo sulla struttura del testo qualora ci si rende conto che ha delle pecche, mancanze o “non fila”. L’editing invasivo è una riscrittura ed è un lavoro poco stimolante per noi e per nulla corretto nei confronti dell’autore. C’è anche chi chiede un ausilio diverso, mettere su carta le proprie idee, allora non si parla più di editing, bensì di trascrizione.

K: E’ una domanda spinosa, ma ve la faccio ugualmente: a volte (raramente, per fortuna), dalla redazione del piccolo editore con il quale collaboro, mi arrivano in lettura dei manoscritti indecenti (che stronco puntualmente)… ecco, a mio avviso, fare editing su testi del genere è inutile come tirare una fucilata a un morto: meglio cestinarli e riscriverli da nuovo. Voi che fate quando un autore vi chiede di effettuare un’operazione di editing su un testo-malanzana?

MeM: Mettiamo subito le cose in chiaro, nel senso che gli diciamo che secondo noi il testo non è adatto a essere presentato agli editori e che noi non lo rappresenteremo, ma se poi l’autore vuole che il suo scritto venga rifinito e corretto, per suo uso personale, acconsentiamo ad aiutarlo.

K: Proponete anche un servizio di rappresentanza: come devono fare gli scrittorucoli di Lettere Matte per usufruire di tale servizio? Come funziona?

MeM: Il servizio di rappresentanza prevede come primo passo l’invio dell’opera, via mail o tramite posta, e il pagamento di € 70. Noi provvediamo poi a leggere il testo e a inviare entro un mese una risposta all’autore sottoforma di breve scheda in cui spieghiamo la nostra decisione di accettare o meno la promozione dello scritto presso gli editori. Se siamo convinti della validità del testo cominciamo il vaglio delle case editrici per stilare una lista di quelle che potrebbero essere interessate all’opera e le contattiamo. La rappresentanza dura 18 mesi, al termine dei quali l’autore può ritenersi svincolato dall’impegno con l’agenzia e viceversa, salvo nuovi accordi.

K: Rappresentate l’autore o il manoscritto singolo?

MeM: Rappresentiamo il manoscritto singolo, perché vogliamo essere sicure di ciò che andiamo a promuovere, perciò valutiamo sempre testo per testo.

K: Cosa deve avere un manoscritto per impressionarvi favorevolmente?

MeM: Difficile da dirsi visto che ci sono fattori differenti perché ciò avvenga. Per quanto mi riguarda - è Alice a rispondere - apprezzo l’ironia, la scrittura scorrevole, la freschezza delle idee, l’ironia, lo stile semplice e diretto, la sincerità delle parole e dei pensieri. Detesto chi scrive perché pensa che in questo modo possa raggiungere notorietà e ricchezza e allora si siede a tavolino cercando di capire “cosa” vende e/o va di moda.

K: Tempo fa mi è capitato di parlare con due aspiranti scrittori statunitensi. Dissi loro che avevo inviato il mio manoscritto a una trentina di editori e loro mi guardarono come se avessi avuto un cetriolo al posto del naso: erano sorpresi del fatto che non mi fossi rivolto ad un agente letterario. Ora, la domanda è questa: perché in Italia, a differenza che in altri paesi, passare per un’agenzia letteraria non è ancora una pratica così diffusa?

MeM: Perché c’è un’idea sbagliata a proposito di agenti e Agenzie letterarie. Si pensa che siano persone o strutture che vivono alle spalle di un autore aspettando di “succhiarne” il successo o di guadagnare dalla sua eventuale fama e/o proventi. La nostra figura dovrebbe essere d’ausilio, supporto, e ci rendiamo conto che spesso un’idea sbagliata è dettata da esperienze negative vissute da qualche esordiente che si è imbattuto in personaggi e relative strutture poco serie e competenti.

K: Perché un autore dovrebbe rivolgersi ad un’agenzia letteraria?

MeM: Perché un’agenzia letteraria conosce il mondo dell’editoria e può guidare lo scrittore, indicandogli gli editori seri che possono essere interessati al suo scritto. Un agente si informa sulle linee editoriali, sulle novità delle collane e quindi sa muoversi meglio nel tentacolare mondo dell’editoria.

K: Perché un autore dovrebbe scegliere proprio voi di Maestri & Margherite?

MeM: Perché siamo onesti e spietati, come recita il nostro motto preso in prestito dal critico musicale Lester Banks. Nel senso che scegliamo di rappresentare solo quei testi in cui crediamo davvero e non raccontiamo frottole. Se un testo non ci convince spieghiamo all’autore il motivo, ma non siamo inutilmente compiacenti e non illudiamo gli scrittori con proposte di editing esosi e inutili prospettando pubblicazioni impossibili.

K: Quali sono gli editori con i quali collaborate maggiormente? Collaborate anche con editori “a pagamento”?

MeM: Collaboriamo soprattutto con le case editrici medio-piccole: Newton Compton, Fazi, minimum fax, Pequod (che ora si chiama Italic), Infinito edizioni, Marcos y Marcos, Robin, Intermezzi, Artestampa, per citarne alcune; abbiamo poi contatti anche con gli editori grandi come Garzanti, Mondadori e Feltrinelli.

K: Pubblicare a pagamento è: A) Sbagliato; B) Giusto; C) Dipende dai casi. Motivate la risposta.

MeM: Pubblicare a pagamento è in linea di massima sbagliato, perché un bravo editore, anche se piccolo, dovrebbe trovare strade diverse dalla richiesta del contributo economico all’autore. Potrebbe ad esempio, come fanno alcuni editori, svolgere una buona attività di ufficio stampa, coinvolgere l’autore nelle presentazioni e vendere così diverse copie. Conosciamo scrittori che girano tutta l’Italia nei fine settimana per promuovere il proprio libro e i risultati ci sono. Ciò non toglie che un autore possa decidere di partecipare alla pubblicazione, purché ci sia chiarezza e purché l’editore non sia uno stampatore senza distribuzione. Anche in questo caso, se l’editore è onesto, deve impegnarsi per vendere il libro e non guadagnare dalla partecipazione dell’autore al progetto e concludere lì il suo impegno.

K: Lara, se dico “Melinda se ne infischia”, ti viene in mente niente?

Lara: Una bella scoperta. Quando mi è capitato tra le mani il dattiloscritto di Daniele Dell’Agnola erano le vacanze di Natale di circa tre anni fa. Mi trovavo fuori Roma e mi ero portata dietro diversi testi e già immaginavo di passare ferie noiose di lavoro. Invece ho iniziato a leggere Melinda e la sua compagnia è stata preziosa per tutta la durata della lettura. Mi ha entusiasmato da subito e l’ho proposto a Luca Leone, editore di Infinito, il quale ha poi deciso di pubblicarlo.

K: Alice, se dico “Venezia non basta”, tu a cosa pensi?

Alice: Penso al primo manoscritto che ho editato e che mi resterà sempre piacevolmente impresso. È stata la mia prima esperienza importante, il lavoro che più mi ha spaventata e che mi faceva vivere in tensione continua. Per fortuna ho avuto la possibilità di confrontarmi con una persona come Sandro Manoni, l’autore del romanzo, con il quale ho lavorato in perfetta armonia, trovandoci d’accordo su tutte le decisioni da prendere inerenti al suo scritto. Sono stati mesi piacevoli, faticosi ma che mi hanno dato moltissima soddisfazione.

K: Ci autorizzate a postare questa intervista sul nostro blog?

MeM: Certo, avete il nostro totale consenso.

K: Ok, l’intervista è finita. Vi ringrazio per la disponibilità e vi saluto a nome mio e a nome di tutti gli scrittoruncoli di Lettere Matte.

MeM: Grazie a voi! Adesso dovete riuscire a scoprire chi di noi ha risposto a quali domande e come abbiamo deciso di dividercele! ;o)
K: 'mo è 'na parola...!!!
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Ehi, scrittoruncoli! Per fare un giretto sul sito di Maestri & Margherite cliccate QUI.
Ciao ciao,
Marco Toccacieli alias Kito.

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