Romanzo o racconto: da dove si comincia?


Ogni aspirante autore sogna di scrivere un romanzo geniale, un romanzo che lascerà il segno. Tuttavia, per scrivere le almeno 150 cartelle che andranno a comporre il romanzo ci vogliono molta pratica e molta concentrazione. Non so se per voi si possa dire altrettanto, ma i miei primi tentativi di romanzo furono veri e propri buchi nell’acqua: partivo armato di un’idea che ritenevo geniale e mi mettevo a scrivere con foga, in uno stato simile all’esaltazione… arrivato tra enormi difficoltà a pagina 15 abortivo la cosa e gettavo il tutto, disperato e frustrato, nella pattumiera: la mia idea, credevo, non era poi così micidiale.
Ora, a distanza di anni da quei primi tentativi maldestri, ho capito dove sbagliavo: la colpa non era tanto dell’idea o della totale mancanza di pratica, quanto del mio inconsapevole sopravvalutarmi.
Per rendere chiaro cosa voglio dire con “inconsapevole sopravvalutarmi” paragonerò lo scrittore a un calciatore: scrivere un romanzo è la partita della vita, la finale di Champions League. Mettetevi ora nei panni dell’allenatore e rispondete a questa domanda: schierereste in campo, per una gara così importante, un tizio che non si è mai allenato, che non ha mai giocato a pallone prima d’ora, e per tutti e 90 i minuti per giunta? Se non siete sciocchi la vostra risposta dovrebbe essere no. Prima di schierare nell’undici titolare un aspirante calciatore dovreste farlo allenare, insegnargli le regole dette e quelle non dette, fargli giocare degli spezzoni di partita… in parole povere dovreste insegnargli il come si gioca e fargli fare un po’ di muscoli.
Nel pianeta delle lettere siete voi il vostro allenatore, e un bravo allenatore sa quando il suo giocatore è pronto per giocare la partita della vita.
Il consiglio che vi do è quello di cominciare dal racconto: allenate la vostra concentrazione, affinate le vostre capacità e la vostra tecnica con storie di 4 o 5 cartelle… all’inizio quello che conta è arrivare in fondo al testo. Pian piano accrescerete le vostre capacità e la vostra resistenza. Cominciando nel modo che vi ho suggerito non verrete colti da frustrazione e magari non abbandonerete la scrittura prima di essere diventati scrittori. E poi, dopotutto, ci sono fior di autori che si sono dedicati anima e corpo ai racconti, Carver ne è un esempio.
La concentrazione per uno scrittore è come la resistenza fisica per un atleta: va allenata. Se il calciatore corre, corre e corre… voi aspiranti scrittori dovete scrivere, scrivere e scrivere.
Buon lavoro!

Commenti

  1. Verissimo. Ho fatto decine di buchi nell'acqua :(

    Taminia

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  2. ;O) capita... l'importante è insistere, nel modo giusto!

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  3. Centinaia no, ma "decinaia" altroché se le ho abortite! Ultimamente sembro una falena: sbatto e bernoccolo e ri-sbatto e ri-bernoccolo, ma quella lampadina mistica non si é ancora spenta (che bellezza il bisogno di scrivere!). Le uniche cose che rileggo senza vergognarmi sono le cronache dei miei sogni malati, scritte di gettissimo, senza forzature. Delle decine che ho mitragliato sulla tastiera del pc non ne ho ancora cancellata mezza...posso provare a partire da quelle per imbastire racconti, poi stamperò e fotocopierò e distribuirò a mano su panchine e spiagge, perchennò? Grazie!

    Farinadelmiosacco

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