RILEGGERE, RISCRIVERE.

Tempo fa, al secondo o terzo anno di superiori, feci una litigata impressionante con mio padre. Non avevo ancora ambizioni da scrittoruncolo, ma decisi ugualmente di scrivere il senso di amerezza e delusione che mi era rimasto addosso. Rilessi la paginetta e mi commossi: era un testo di una profondità impressionante, anche una larva si sarebbe messa a piangere nel leggerlo, pensai.
Un paio di mesi fa, durante una delle grandi pulizie di mamma, il foglio in questione, che era stato dimenticato sul fondo di uno scatolone colmo di libruncoli e quadernetti, saltò fuori nuovamente.
Diedi un'occhiata al pensiero che avevo appuntato anni prima e non era più profondo di una tazzina da caffè, era banalissimo.
Vi è mai capitato qualcosa di analogo?
Questo succede perchè nel momento che decidiamo di scrivere trasferiamo i pensieri, le immagini e le sensazioni dalla nostra testa alla pagina. Spesso, però, specie se abbiamo poca dimestichezza con lo scrivere, questo trasferimento avviene solo per metà: un po' di informazioni vanno nella pagina e un altro pochino ci rimangono a gironzolare nel cranio senza che noi ce ne accorgiamo. Quando rileggiamo il testo a mente calda (subito dopo averlo scritto) le informazioni scritte si uniscono a quelle rimaste impigliate nel cervello e il risultato è: "Questo testo è meraviglioso!"... abbiamo il 100% di informazioni.
Meraviglioso un accidente. Proviamo a rileggere l'elaborato dopo un mese e il risultato è già cambiato: "carino, ma manca qualcosa". Cosa manca? la parte di informazioni inerenti lo scritto che la nostra testolina non si ricorda più. Be', dopo tre-quattro mesi andrà anche peggio.
Questo non vuol dire che siamo autori senza speranza, ma piuttosto che dobbiamo continuamente rileggere e riscrivere lo stesso racconto/romanzo. Che mano a mano dobbiamo aggiungere le informazioni che mancano alla pagina, riempire i vuoti.
Ehi, quello che abbiamo scritto - tenetelo bene a mente - non è, nella maggioranza dei casi, una potoria... è solo una prima stesura e come tale ha bisogno di essere revisionata: cerchiamo di non essere troppo severi con noi stessi!
Più che lo scrivere, ciò che innalza uno scrittore rispetto a un altro è il RI-scrivere.
Non c'è un metodo standard inerente la correzione del testo, ma vi posso dire il mio.
CORREZIONE N°1
Grammaticale, subito dopo la prima stesura.
CORREZIONE N° 2
Correzione grammaticale e di significato. Lascio riposare il testo per almeno un mesetto, lo rileggo e riscrivo le parti che non mi vanno particolarmente a genio. Apporto le informazioni che mi accorgo mancare.
ALTRE CORREZIONI.
Non si finisce mai di correggere un testo. Ogni volta che lo si rilegge (a distanza di tempo) si trovano delle cose che si possono migliorare: attualmente sto revisionando racconti vecchi di anni, fate un po' voi...
QUANDO SI PUO' MANDARE IL TESTO AGLI EDITORI.
Possibilmente dopo diverse revisioni e non prima di 3-4 mesi dalla prima stesura. Sarebbe utile far leggere il testo da qualcuno di nostra fiducia (disposto a confrontarsi con noi su ciò che abbiamo scritto al fine di trovare punti deboli e punti forti). Meglio ancora se la persona in questione è un editor.
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di Marco Kito Toccacieli

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