LA PILA: SOGNI E TIMORI DI UN PICCOLO EDITORE CHE VUOLE DIVENTARE GRANDE

Sicuramente vi è già capitato di entrare in libreria tanto per far qualcosa e di uscirne con un libro sottobraccio. Le statistiche ci dicono che molto probabilmente quel libro era esposto in pedana, in pila, non a scaffale. Mentre i volumi a scaffale vengono acquistati dal cliente che sa già che cosa vuole ("sto cercando un libro sui gatti"/"venga, che le mostro la sezione a scaffale"), quelli in pila hanno lo strardinario potere di richiamare l'attenzione di chi non sa che pesci pigliare. E il libraio lo sa: la quantità incuriosisce e spinge all'acquisto, anzi si potrebbe dire che è già di per sè una proposta, un consiglio di quella specie di santone che gestisce la libreria. E gli adepti - i lettori -, per quanto inconsciamente, recepiscono il messaggio. E comprano.
Allora un piccolo editore avrebbe tutto di guadagnato nell'entrare in libreria e vedere i suoi libri esposti in pila, magari a blocchi di 10, 20 o addirittura 30 volumi, no? Me lo sono chiesto anch'io. La risposta l'ho trovata qualche settimana fa. Stavo assistendo ad una discussione tra il piccolo editore e il buyer - chiamiamolo così, anche se in questo caso il termine non calza proprio a pennello - di una catena di librerie. Il piccolo editore era riuscito a convincere l'altro ad acquistare un elevato numero di copie di un titolo, copie che sarebbero poi state esposte in pila presso diverse librerie. Stava facendo i primi passi per affrontare 'il grande salto', eppure il detto editore era diventato bianco come un lenzuolo.
"Oh," fa il buyer "ma non sei contento?".
"Certo che sono contento".
"E allora che c'è?".
"C'è che se mi mandi in dietro una copia mi fai un baffo, se le rese me le fai a pile mi ammazzi" disse deglutendo l'editore.
Come potete vedere, la pila per un piccolo editore è una lama a doppio taglio.
Affidiamoci ad un esempio per capire meglio i timori del nostro amico editore: poniamo che il libro in questione abbia un prezzo di copertina di 10€ e che venga esposto in pila a blocchi di 20 copie in 50 librerie. Mettiamo che ogni copia costi all'editore 1,50€ e che il ricavato per ogni volume venduto sia per lui pari al 30% di copertina (ovvero di 3€).
I testi che spettano alle dette librerie sono 1000. Il costo sopportato per questi dall'editore è di 1500 euro. Le librerie, perchè l'editore faccia pari, dovrebbero vendere la bellezza di 500 copie (10 copie per libreria... avete presente cosa significa per un libraio vendere dieci copie di un libro pubblicato da una casa editrice sconosciuta e scritto da un autore più sconosciuto ancora?).
E se ne vendessero 'solo' 200 (dandone in resa 800) cosa succederebbe? L'editore perderebbe 900 euro. E se non parlassimo di un singolo titolo, ma di dieci? E se le librerie non fossero 50 ma 300? E se, visto che il titolo viene "spinto" da una catena importante, anche buona parte delle altre 4000 librerie italiane volesse tenerne almeno una copia a scaffale? (Sapevate che Il cacciatore di aquiloni era inizialmente uscito con una tiratura di poche migliaia di copie ed è poi esploso come best-seller grazie appunto alla spinta di una catena di librerie?)
A tutto questo l'editore deve sommare i costi di affitto, gestione e stipendi.
Una fantastica possibilità, ma anche un bel rischio, no?
di Marco Kito Toccacieli.

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